sabato 30 novembre 2019

Recensione del libro “Trent' anni e una chiacchierata con papà” di Tiziano Ferro


Tutti gli artisti cercano sempre di mettere nelle loro opere il più possibile di sé stessi perché qualsiasi forma di arte raggiunge il suo massimo livello di importanza se riesce a comunicare qualcosa e trasmettere esperienze vissute, “pezzi di vita”, idee, emozioni provate con gli altri: tutto ciò è quello che di più bello possa riuscire a fare un'artista.

Sono molti i versi di canzoni di Tiziano Ferro che negli anni mi hanno colpito tanto, ad esempio: “Ho passato tanti anni in una gabbia d'oro, sì forse è bellissimo ma sempre in gabbia ero”; “Facile non è mai stato, osservavo la vita come la osserva un cieco”; “Crolla tutto ed io son morto e nessuno se n'è accorto”; “Conti, ferito, le cose che non sono andate come volevi, temendo sempre e solo di apparire peggiore di ciò che sai realmente di essere...quanti sguardi hai evitato e quante le parole che non hai pronunciato...il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro, più vicino a te stesso, ma non basta, non basta mai...come se non aspettassi altro che sorprendere le facce distratte, troppo assenti per capire i tuoi silenzi...chi non vive lascia il segno del più grande errore”; “Chiedevo Dio ancora”.

Da questi versi, scritti da Tiziano Ferro che oltre ad interpretare canzoni, ne scrive testi e musica avendo studiato per sette anni chitarra, due anni pianoforte ed un anno batteria, si evince che è una persona molto sensibile e che nella vita ha sofferto molto. Nel 2010, in occasione del suo trentesimo compleanno, ha sentito l'esigenza di pubblicare un libro con all'interno il racconto della sua vita, dei suoi pensieri maturati in tanti anni e scritti in un diario, delle sue emozioni, delle cose che gli hanno dato tanta gioia ed altre che lo hanno fatto soffrire molto.
 
 




L'esigenza di fare musica e di cantare nacque in lui sin da piccolissimo, quando già a sette anni cantava e registrava qualche canzone e scriveva qualche verso; la timidezza invincibile che lo spingeva ad isolarsi e ad amplificare qualsiasi cosa, lo faceva soffrire; il pessimo rapporto con il cibo, che vedeva come qualcosa che poteva riempire il vuoto che sentiva dentro e che lo portò ad arrivare a pesare 111 chili (titolo dato ad un suo album in ricordo del suo peso); l'omosessualità che a fatica è riuscito a capire e ad accettare; l'eccessiva sensibilità che lo faceva sentire in colpa per qualsiasi cosa; la voglia di ricercare la perfezione in tutto che lo ha portato, a 29 anni, a pensare al suicidio, gesto che per poco non mise in atto ingerendo una grande quantità di tranquillanti che assumeva per superare ansia e depressione dovute ad un'esigenza di vedere e vivere la vita con troppa sensibilità in ogni suo aspetto, alla tristezza e alla rabbia dovute a quei giornalisti che lo indicavano omosessuale prima che lui avesse capito di essere così, la voglia di vivere alla luce del sole ogni aspetto della sua personalità, di trovare il coraggio per superare tutte quelle inibizioni che l'eccessiva timidezza dà e di riuscire, finalmente, a 30 anni a cambiare perché cambiare è naturale e giusto, purché lo si faccia in meglio.
La fede e la musica sono riuscite a salvarlo e a renderlo più sereno e questo lo si evince nelle sue canzoni, nelle interviste, anche se la sensibilità e le esperienze che lo hanno segnato rimarranno per sempre e si riaffacceranno nella sua vita e nelle sue canzoni. Nel periodo in cui era confuso e tante cose e molti pensieri lo facevano soffrire voleva abbandonare la musica, ma fortunatamente il padre lo ha spinto a non farlo.

Nel libro racconta l'episodio che mentre era in macchina, nel 2001, sentì in una radio importante il suo primo singolo e provò un'immensa gioia, tanto da pensare: 'Voglio stare sempre così' e cioè scrivere musica per condividere la sua vita con gli altri attraverso questo meraviglioso mezzo di comunicazione. Nonostante ciò, a causa della sua eccessiva sensibilità, il dolore per i suoi problemi e il fatto che solo il successo e i soldi non gli bastano perché per essere veramente felice sono altre cose più importanti di cui ha bisogno, ha toccato il fondo ma per fortuna è risalito.

Purtroppo la sofferenza fa parte della vita, ma ci sono persone alle quali, per un motivo o per un altro tocca un dolore continuo e non è facile andare avanti, ma gli unici appigli ai quali ci si può aggrappare sono la fede, la passione per qualcosa che amiamo da sempre, l'amore che possiamo dare e il rendere il più possibile migliore e completa la nostra vita.
I ricordi tristi o le cose che ci fanno soffrire nel presente non si possono cancellare e volte è difficile o impossibile liberarsene, ma c'è sempre un modo per lenire il dolore e fare in modo che almeno qualcosa ci dia serenità, felicità e ci faccia sentire che la vita è bella e merita di essere vissuta al meglio delle nostre possibilità e per fare ciò si deve lottare.








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