lunedì 24 febbraio 2020

11 colazioni del mondo

I nutrizionisti raccomandano sempre di alimentarsi 5 volte al giorno: la colazione, uno spuntino a metà mattina, pranzo, la merenda a metà pomeriggio ed infine la sera la cena per fare in modo che il cibo e le calorie siano distribuite in tutta la giornata e non in soli due pasti abbondanti.

Affermano inoltre che il pasto più importante della giornata è la colazione per due motivi: perché dopo il digiuno notturno si hanno bisogno i giusti nutrienti per affrontare bene la giornata ma anche per evitare di arrivare troppo affamati all'ora di pranzo.

Ogni stato ha la propria colazione tradizionale che differisce moltissimo da quella italiana:

in Inghilterra si consumano fagioli, salsicce, bacon, uova, funghi, toast, tè, facoltativo il black pudding;

in Iran pane Naan, simile alla spugna, e Halim (una miscela di frumento, cannella, burro e zucchero cucinato in grandi pentole insieme alla carne sminuzzata);

a Cuba caffè zuccherato, latte e un pizzico di sale. Il pane cubano è tostato, imburrato e tagliato a pezzi per essere bagnato nel caffè;

in Polonia uova strapazzate coperte con fette di salsiccia fatte in casa a cui si aggiungono un paio di frittelle di patate;

in Spagna il pane alla Catalana o pane con aglio strofinato, pomodoro maturo, olio d'oliva, sale; formaggio, prosciutto o salsiccia sono facoltativi;

in Marocco pane spalmato con mostarda, confetture e formaggio;

in Islanda aringhe affumicate, aringhe in agrodolce, salumi, formaggi, pomodori, cetrioli, marmellate fatte in casa, yogurt, burro, malto, zuppa d'avena con a bagno corn flakes;

in Germania wurstel, formaggi, pane di segale e caffè;

negli Stati Uniti pancake fatto in casa e sciroppo di mirtilli. Bacon;

in Francia croissant.

Sono solo alcune delle colazioni tradizionali del mondo e poi ovviamente c'è quella italiana: cornetto e cappuccino è quella classica ma ci sono anche latte, spremuta d'arancia, caffè, yogurt, cereali, fette biscottate, marmellate, merendine, pane, biscotti, frutta fresca.

È importante variare la colazione almeno di settimana in settimana e deve fornire il 15-20% del fabbisogno giornaliero.

È molto importante iniziare la giornata con una colazione nutriente consumata senza fretta, con tutte le sane abitudini (come ad esempio alzarsi sempre alla stessa ora) e con un atteggiamento positivo, tutte cose che aiutano molto a vivere meglio i primi istanti della giornata perché è vero che “il buongiorno si vede dal mattino” in quanto se cominciamo bene la giornata appena svegli, tutte le ore seguenti e l'interno giorno saranno influenzati positivamente.
 
 





domenica 23 febbraio 2020

Dal vangelo secondo Matteo (5,38-48)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?

E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?

Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
 



lunedì 17 febbraio 2020

I Carnevali più belli del mondo


Ci sono festività che hanno maggiore valore per i bambini perché è per essi che principalmente sono fatte ma che piacciono anche ai grandi e sono loro che le rendono appuntamenti annuali che riscuotono sempre maggior successo. Una di queste feste è il Carnevale, che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica.

La parola carnevale deriva dal latino carnem levare e cioè eliminare la carne perché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale, Mertedì grasso, che precede il periodo di digiuno e di astinenza dal consumare la carne ogni Venerdì fino alla Santa Pasqua e nel fare i caratteristici “fioretti”, cioè delle opere buone che richiedono qualche piccolo o grande sacrificio.




Questi i 10 Carnevali più belli del mondo con i loro costumi, le maschere, i balli, i carri, l'allegria che contraddistingue tutte le celebrazioni di Carnevale in ogni parte del mondo:
  1. Carnevale di Rio de Janeiro in Brasile;
  2. Carnevale di Notting Hill di Londra;
  3. Carnevale Mardi Gras di New Orleans negli USA;
  4. Carnevale di Santa Cruz di Tenerife;
  5. Il Carnevale di Venezia;
  6. Carnevale Port of Spain, Trinidad e Tobago;
  7. Carnevale invernale del Quebec in Canada;
  8. Festival di Colonia in Germania;
  9. Carnevale di Nizza in Francia;
  10. Goa Intruz – Panaji in India.

A Carnevale esplode la voglia di divertirsi, di giocare, di scherzare, di tornare bambini, di essere attraverso i travestimenti con abiti a volte scherzosi a volte più seri persone diverse, con un'altra identità dalla nostra, cosa che per quei momenti può far piacere anche se poi è sempre bello tornare se stessi e non avere bisogno di maschere per vivere, scherzare, divertirsi.


domenica 16 febbraio 2020

Dal libro del Siràcide (15,15-20)

Se vuoi, osserverai i comandamenti;
l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere.
Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua;
là dove vuoi stenderai la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.



lunedì 10 febbraio 2020

Recensione del libro Firmino di Sam Savage

A volte i libri hanno per protagonisti animali o personaggi immaginari inventati dalla fantasia dello scrittore o della scrittrice. Nonostante ciò, ci si affeziona ad essi e si impara da loro come se fossero persone o personaggi reali. È un esempio di ciò Firmino, il topo protagonista dell'omonimo libro di Sam Savage.
 
Firmino è un topo, tredicesimo figlio di una topa alcolizzata, nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. Forse anche perché era l'ultimo di un gran numero di figli, era trascurato dalla mamma tanto che non veniva neanche nutrito da lei. Per far fronte ai morsi della fame, fragile e malaticcio, capì che avrebbe dovuto ingegnarsi per sopravvivere e così cominciò a cibarsi dei libri che aveva attorno. A poco a poco scoprì l'amore per la lettura, leggendo avidamente moltissimi libri.
 
Si affezionò molto a Norman, il proprietario della libreria.
Firmino, per il grandissimo desiderio che aveva di interagire con gli uomini, si convinse che Norman lo capisse, ma si accorse che così non era e questa fu una cosa che lo fece soffrire molto, ma nonostante ciò era felice lo stesso di stare in sua compagnia.
 
In seguito andò a vivere con Jerry, che abitava in uno dei piani sopra la libreria, il quale aveva velleità da scrittore. Era uno scrittore bohémien e cioè scriveva solo per passione perché non era riuscito a pubblicare nessun libro ed aveva sempre problemi economici. Era una persona molto parsimoniosa: a volte portava a casa cose che trovava per strada ed amava molto aggiustare gli oggetti. Un giorno portò a Firmino un piccolo pianoforte e lui amò quello strumento sin dalla prima volta che lo vide e che cominciò a strimpellare. Firmino si affezionò molto anche a lui, che forse lo capiva di più rispetto a Norman.
 

Il finale è un po' triste perché Firmino assiste impotente alla distruzione della libreria nella quale era nato, cresciuto, aveva vissuto e che era tutto il suo mondo per l'attuazione di un nuovo piano edilizio. Si sentiva molto triste e tutto quello che lo entusiasmava, la sua quotidianità, le avventure fuori e la lettura non riuscivano più a regalargli felicità. Tutto lo annoiava. Solo suonare il pianoforte non gli dava tedio.
Firmino cominciò a riflettere sulla sua vita in quel momento triste e si sentiva fortunato di aver vissuto la vita nel modo in cui l'aveva vissuta.
Molto significativa è una frase inserita alla fine del libro: Jerry era solito dire che se uno non desiderava tornare a rivivere la propria vita, allora l'aveva sprecata.
Sam Savage, l'autore del libro, nato nel South Carolina, è un esordiente assoluto nonostante abbia pubblicato "Firmino" a 67 anni grazie ad una piccola casa editrice americana no profit con una tiratura di mille copie, riuscendo a vincere tutti i più importanti premi letterari per esordienti negli Stati Uniti. È diventato un successo internazionale. Savage è un ex professore di Filosofia, in seguito fece il meccanico di biciclette, poi il carpentiere e il pescatore.
Comprai questo libro qualche anno fa per due motivi: per la copertina, nella quale c'è Firmino che suona il suo adorato pianoforte, perché amo da sempre moltissimo la musica, il pianoforte e la chitarra e poi per la sinossi del libro, che mi piacque e mi incuriosì molto.
Questo libro insegna che anche una vita che comincia in modo molto sfortunato, può diventare bella e non la si spreca solo se si fa prevalere il meglio che abbiamo dentro di noi, costruendo una serena quotidianità e coltivando le nostre passioni. Firmino ha scelto quelle che sono tra le più belle e che possono rendere la vita infinitamente migliore: la lettura, la fantasia e la musica. Grazie alla lettura si viaggia, si impara, si conoscono personaggi, si vivono altre vite. La fantasia trasforma tutto quello che vogliamo, anche i nostri sogni, in realtà. La musica fa sognare, emozionare e regala felicità.

Anche la storia di Sam Savage insegna moltissimo: insegnò Filosofia e poi, nonostante fosse laureato, fece lavori molto umili. Sicuramente il sogno di scrivere è sempre stato presente, in modo più o meno importante, nella sua mente e non lo abbandonò mai: grazie alla determinazione, alla perseveranza ed alla capacità di continuare a credere nel suo sogno nonostante l'età, gli hanno consentito di realizzare il suo sogno in grande, grazie al successo mondiale riscontrato dal suo primo libro.
Batterci sempre, fino all'ultimo giorno della nostra vita per realizzare, in un modo o nell'altro, tutto quello a cui teniamo senza farci fermare da niente e da nessuno: solo così quando, come Firmino, ci fermeremo a riflettere sulla nostra vita potremo dire a noi stessi di non averla sprecata e saremmo pronti a riviverla.

domenica 9 febbraio 2020

Dal vangelo secondo Matteo (5,13-16)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».
 


lunedì 3 febbraio 2020

Luigi Tenco spesso ricordato al Festival di Sanremo


Quando si ha qualcosa in cui si crede e da difendere in qualsiasi contesto è giusto protestare contro chi non la rispetta o le fa torto in qualsiasi modo perché il rispetto dei sentimenti, delle scelte, dei valori altrui deve sempre essere rispettato come deve essere rispettato il meglio di ciò che sanno fare le persone.

Ci sono molti tipi di protesta: pacifica, violenta, verbale, fisica e ce n'è una per la quale, chi sceglie di metterla in pratica, dà tutto perché dà la propria vita, incurante che facendo questo perde tutto e non ha più la possibilità di vedere come sarebbero potute andare le cose in seguito.

Una protesta di questo tipo è stata attuata al Festival di Sanremo del 1967 dal cantautore e attore piemontese Luigi Tenco. Presentò la canzone “Ciao amore ciao” che, arrivando dodicesima su sedici canzoni. fu momentaneamente eliminata ma vi era la possibilità di un ripescaggio affidato ad una commissione ma a questa canzone fu preferita “La rivoluzione” cantata da Gianni Pettenati e Gene Pitney.



Appresa la notizia, Luigi Tenco si ritirò all'Hotel Savoy e venne trovato morto nella sua camera, la numero 219. Aveva un foro di proiettile alla testa. Venne rinvenuto un bigliettino che, dopo varie perizie calligrafiche, fu attribuito a Tenco ed è questo: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e ad una commissione che seleziona “La rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.

Questo bigliettino ha fatto subito pensare al suicidio anche se altre sono state le ipotesi formulate ma nel 2005 il corpo fu riesumato e dopo nuovi esami è stata confermata la morte per suicidio. Aveva quasi 29 anni quando morì.

Penso che fece quel gesto perché sicuramente avrebbe voluto vincere il Festival, cosa certamente bellissima, ma se avesse considerato il fatto che non sempre la vittoria a Sanremo è garanzia di successo della canzone e che magari dopo il Festival sarebbe potuta essere la canzone più suonata dalle radio, più venduta e più amata (perché è veramente molto bella) non avrebbe compiuto quell'infausto gesto. Chissà quante cose belle ha perso, chissà quante canzoni avrebbe scritto e cantato, chissà quanto successo avrebbe avuto.

Di solito quello per cui si nutre passione aiuta a vivere, a superare le avversità, a lottare, a rendere migliore la propria vita e quando la si considera una cosa di vitale importanza si vorrebbe vivere all'infinito per non smettere mai di coltivarla perché dà la felicità che dura per sempre. A volte anche solo per una cosa che si ama fare si rinuncerebbe a tutto il resto ed è questa la cosa più bella perché si è consci del valore che ha per la propria vita, che è la cosa più preziosa che ciascuno ha.

domenica 2 febbraio 2020

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-40)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore-  come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
 
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
 
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.