lunedì 9 aprile 2018

domenica 18 febbraio 2018

Edith Stein, Santa Teresa Benedetta della Croce (Patrona d'Europa): “La mia unica professione sarà d'ora in poi l'amore”.




Le storie di persone che diventano sante colpiscono sempre perché ciascuna di esse ha qualcosa di unico, perché unico è il percorso di ciascun essere vivente. La vita di Edith Stein è molto particolare perché da credente divenne atea: non riusciva a trovare le risposte che cercava su Dio, sul male del mondo e sul destino dell'uomo dopo la morte e inoltre il suo sogno più grande era quello di essere un'insegnante, ma Dio aveva preparato qualcosa di più grande per la sua vita: la santità.

Edith Stein nacque a Breslavia, in Germania, il 12 ottobre 1891, era ebrea e negli anni della giovinezza, pur appartenendo ad una famiglia molto religiosa, divenne atea. Studiò storia e filosofia, fu una grande femminista e, dopo aver frequentato un corso di infermiera, offrì il proprio aiuto in un ospedale militare austriaco. Attraversò un periodo molto duro e per breve tempo interruppe gli studi. In seguito si laureò con lode, si avvicinò nuovamente alla religione e la sua conversione si concluse nel 1922 con il battesimo. Scriveva, traduceva ed insegnava ed il suo sogno era quello di ottenere la possibilità di insegnare filosofia, cosa che sempre le fu negata perché era donna ed ebrea: cominciò a desiderare di diventare una suora carmelitana. Entrò nel Carmelo di Colonia col nome di Teresa Benedetta della Croce dicendo: “La mia unica professione sarà d'ora in poi l'amore”. Portò la stella gialla, segno distintivo degli ebrei e si rifugiò in Olanda ma il 2 agosto 1942 arrivò la Gestapo; fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz ed uccisa il 9 agosto nelle camere a gas, infausto destino che condivise con tantissime altre persone, “colpevoli” di appartenere al popolo eletto da Dio ed essere ebrei come Gesù.

Nel libro del profeta Abacuc Dio risponde sul male del mondo e sul destino dell'uomo: “Fino a quando Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non salvi? Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese.”

Il Signore rispose e mi disse: “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Ecco soccombe colui che non ha l'animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”. Parola di Dio.

Sicuramente Santa Teresa Benedetta della Croce, da persona molto colta, conosceva questo testo contenuto nell'Antico Testamento della Bibbia, ma quando si vede il male presente nel mondo, in ogni parte e luogo, grandi ingiustizie che sembra debbano restare impunite o lo sono in questa vita è difficile credere nel bene che vince, ma è questa la vera fede: credere anche e soprattutto quando non si vede un segno: questo ha fatto Edith Stein. Ha trovato la risposta nell'affidarsi a Dio, anche nel momento in cui sapeva che stava per essere uccisa senza nessuna colpa. Inoltre la vita perfetta che sognava era quella di insegnante, ma Dio le ha fatto capire che la sua vera professione era quella dell'amore, amore che l'ha portata alla santità.

Moltissime sono le strade che si possono seguire nella vita, ma solo Dio sa qual è quella giusta per noi ed anche se a volte non è quella che pensavamo fosse perfetta da sempre, quella che Dio ci fa intraprendere è sicuramente una strada migliore dell'altra. C'è una cosa che Dio chiede a tutti, è la più importante ed Edith Stein lo aveva capito: amare. Amare porta a vivere una vita migliore sulla terra, alla santità, alla vita senza fine qualsiasi sia la nostra professione, il nostro credo e a prescindere da qualsiasi altra cosa perché “L'ultimo giudizio sarà sull'amore”. Tutti, alla fine di questa vita saremo giudicati sull'amore: l'amore per Dio e per il prossimo.