Le storie di persone che
diventano sante colpiscono sempre perché ciascuna di esse ha
qualcosa di unico, perché unico è il percorso di ciascun essere
vivente. La vita di Edith Stein è molto particolare perché da
credente divenne atea: non riusciva a trovare le risposte che cercava
su Dio, sul male del mondo e sul destino dell'uomo dopo la morte e
inoltre il suo sogno più grande era quello di essere un'insegnante,
ma Dio aveva preparato qualcosa di più grande per la sua vita: la
santità.
Edith Stein nacque a
Breslavia, in Germania, il 12 ottobre 1891, era ebrea e negli anni
della giovinezza, pur appartenendo ad una famiglia molto religiosa,
divenne atea. Studiò storia e filosofia, fu una grande femminista e,
dopo aver frequentato un corso di infermiera, offrì il proprio aiuto
in un ospedale militare austriaco. Attraversò un periodo molto duro
e per breve tempo interruppe gli studi. In seguito si laureò con
lode, si avvicinò nuovamente alla religione e la sua conversione si
concluse nel 1922 con il battesimo. Scriveva, traduceva ed insegnava
ed il suo sogno era quello di ottenere la possibilità di insegnare
filosofia, cosa che sempre le fu negata perché era donna ed ebrea:
cominciò a desiderare di diventare una suora carmelitana. Entrò nel
Carmelo di Colonia col nome di Teresa Benedetta della Croce dicendo:
“La mia unica professione sarà d'ora in poi l'amore”. Portò la
stella gialla, segno distintivo degli ebrei e si rifugiò in Olanda
ma il 2 agosto 1942 arrivò la Gestapo; fu deportata nel campo di
concentramento di Auschwitz ed uccisa il 9 agosto nelle camere a gas,
infausto destino che condivise con tantissime altre persone,
“colpevoli” di appartenere al popolo eletto da Dio ed essere
ebrei come Gesù.
Nel libro del profeta
Abacuc Dio risponde sul male del mondo e sul destino dell'uomo: “Fino
a quando Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il
grido: “Violenza!” e non salvi? Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti a me rapina e
violenza e ci sono liti e si muovono contese.”
Il Signore rispose e mi
disse: “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché
la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché
certo verrà e non tarderà. Ecco soccombe colui che non ha l'animo
retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”. Parola di Dio.
Sicuramente Santa Teresa
Benedetta della Croce, da persona molto colta, conosceva questo testo
contenuto nell'Antico Testamento della Bibbia, ma quando si vede il
male presente nel mondo, in ogni parte e luogo, grandi ingiustizie
che sembra debbano restare impunite o lo sono in questa vita è
difficile credere nel bene che vince, ma è questa la vera fede:
credere anche e soprattutto quando non si vede un segno: questo ha
fatto Edith Stein. Ha trovato la risposta nell'affidarsi a Dio, anche
nel momento in cui sapeva che stava per essere uccisa senza nessuna
colpa. Inoltre la vita perfetta che sognava era quella di insegnante,
ma Dio le ha fatto capire che la sua vera professione era quella
dell'amore, amore che l'ha portata alla santità.
Moltissime sono le strade
che si possono seguire nella vita, ma solo Dio sa qual è quella
giusta per noi ed anche se a volte non è quella che pensavamo fosse
perfetta da sempre, quella che Dio ci fa intraprendere è sicuramente
una strada migliore dell'altra. C'è una cosa che Dio chiede a tutti,
è la più importante ed Edith Stein lo aveva capito: amare. Amare
porta a vivere una vita migliore sulla terra, alla santità, alla
vita senza fine qualsiasi sia la nostra professione, il nostro credo
e a prescindere da qualsiasi altra cosa perché “L'ultimo giudizio
sarà sull'amore”. Tutti, alla fine di questa vita saremo giudicati
sull'amore: l'amore per Dio e per il prossimo.
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