domenica 29 gennaio 2017

Santa Teresa d'Avila, patrona degli scrittori.

I Santi sono nostri protettori ed intercessori presso Dio, Gesù e la Madonna e ciascuno di essi ha delle peculiarità che li distinguono dagli altri, proprio come avviene tra le persone comuni.

Santa Teresa d'Avila, Dottore della Chiesa per le sue grandi conoscenze in campo teologico, è patrona di Spagna, di malati, orfani, delle persone pietose e degli scrittori. La Chiesa la ricorda il 15 ottobre: nacque il 28 marzo 1515 e morì il 15 ottobre 1582. Teresa Sanchez de Cepeda Avila y Ahumada, conosciuta come Teresa di Gesù, è stata una religiosa e mistica spagnola, grande scrittrice e riformatrice degli ordini religiosi. Fondò l'ordine religioso di monache e frati Carmelitani Scalzi. A 20 anni entrò nel Carmelo di Avila e a quaranta decise di aumentare la severità dell'ordine togliendo le comodità ed aumentando il tempo da dedicare alle fatiche ed alla preghiera.

Nonostante le continue malattie che la affliggevano viaggiò moltissimo nei conventi spagnoli per portare la propria riforma e diceva sempre: “Teresa è una povera donna, ma con la grazia di Dio è una forza”. Instancabile ed attiva, scrisse libri di profonda sapienza che raccontano anche il suo viaggio spirituale: “Il cammino della perfezione” e “Il castello interiore”.

È veramente una cosa bellissima sapere che chi come me scrive per passione o per professione abbia una Santa protettrice perché è importante che gli scrittori siano guidati ad usare le parole giuste, a comunicare pensieri positivi e buoni. Inoltre per chi sa quanto sia difficile vedere pubblicati i propri scritti quando si è degli scrittori esordienti è fondamentale avere qualcuno in Cielo da pregare affinché i sogni di far arrivare i propri libri il più lontano possibile e farli viaggiare per il mondo parlando al cuore di moltissime persone si avverino.

Sicuramente Santa Teresa d'Avila, che è stata una grandissima scrittrice, conoscendo in prima persona la passione per la scrittura come vocazione, esaudirà questi desideri, prima o poi e in un modo o nell'altro donando una felicità infinita a chi, come me, ama moltissimo scrivere ed avere dei lettori che apprezzino i propri scritti.

Il sogno di Papa Francesco

Da quando è stato eletto sul soglio pontificio, il 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio ha voluto costantemente esprimere il suo desiderio di semplicità e umiltà ed ha cominciato sin dalla scelta del suo nome da Papa: Francesco.

San Francesco viveva alla lettera il Vangelo in tutto, in modo particolare per quanto concerne l'attenzione verso i poveri e il vivere Lui stesso in povertà. Papa Francesco, in tutti i suoi gesti è coerente alle proprie parole: chiede a chiunque appartenga al clero, ma è ovviamente un invito rivolto a tutti coloro che si professano cristiani e alle persone di qualsiasi religione, di non essere attaccati al denaro e al potere ma di vivere in semplicità e servire i poveri, gli abbandonati, gli ultimi, tutte cose che lui ha fatto per tutta la vita.

Papa Francesco ha conosciuto Gesù attraverso il Vangelo e Lo ascolta, Gli crede e agisce come Lui. Il grande sogno di Papa Francesco è quello di vedere tutte le persone del mondo stare bene, alle quali non manchi il giusto per la dignità umana e che a trionfare fossero il bene, l'amore e la sconfitta definitiva del male.

Il grande sogno di Papa Francesco è quello di cambiare il mondo, lo stesso sogno di Gesù ed in prima persona dà l'esempio con le parole e con i fatti. “Un cristiano non può parlare di povertà e vivere come un faraone”; “Voglio che la Chiesa abbia il volto di una madre che consola”; “I recenti fatti vi hanno sicuramente turbato – riferendosi alla divulgazione di materiale riservato della Santa Sede – ma non fermeranno il mio processo di riforma”: sono tutte frasi proferite in questi giorni da Papa Francesco, risoluto nel cambiare anche e soprattutto all'interno del clero quello che non è conforme al Vangelo ed alla giustizia sociale.

Viviamo in un tempo in cui le esigenze di denaro aumentano sempre di più perché non ci si accontenta mai e sembra che anche per respirare si dovrebbe avere bisogno di soldi da spendere per essere più felici ma si può ridurre il fabbisogno di denaro “studiando” il modo per avere tutto con meno soldi o senza soldi e anteponendo la beneficenza agli sprechi di ogni giorno. Un esempio di ciò, ce lo ha dato Papa Francesco: molte persone si sono accalcate davanti ad un negozio di ottica a Roma perché il Pontefice vi si è recato per rifarsi gli occhiali; anche con questo gesto ordinario ci ha dato una grandissima lezione: ha voluto cambiare solo le lenti, perché evidentemente non andavano più bene e non la montatura; ha avuto quello che gli serviva per stare bene; cambiare il resto non gli avrebbe arrecato nessun beneficio. Sicuramente i soldi risparmiati li ha dati a chi non ha neanche il cibo e questo gli ha dato una felicità infinitamente maggiore di quella che avrebbe avuto se avesse cambiato la montatura degli occhiali. Con questo gesto ci ha insegnato che privarci di cose che non hanno nessun valore non fa stare male, non è un sacrificio, ma un'occasione per non essere avidi di cose che non ci rendono più felici ma ricchi di cose morte.

 Il bene e le cose veramente utili danno felicità e rendono ricchi di cose vive. È più facile essere felici ed avere tutto con poco, con pochi soldi e coltivando le cose dell'anima che con molto, tanti soldi e dimenticando di fare quello che ha un valore che non passa mai.

Libro: "La saggezza del tempo. In dialogo con papa Francesco sulle grandi questioni della vita" di Francesco (Jorge Mario Bergoglio). A cura di A. Spadaro