sabato 21 settembre 2019

Recensione del libro “L'apprendista geniale” di Anna Dalton


Scrivere la recensione del libro L'apprendista geniale è molto piacevole perché parla di sogni, dell'importanza che hanno nella vita e del modo giusto di agire per poterli realizzare. Il testo, diviso in due parti, racconta la storia di Andrea Doyle e del suo primo anno di Università al Longjoy College di Venezia, una delle più importanti e prestigiose scuole di giornalismo al mondo.
 
Avere obiettivi e sogni è importante per tutta la vita e, in particolare, negli anni della formazione per diventare chi si vuole essere. Andrea aveva capito sin da bambina che voleva fare la giornalista come la madre, che le aveva consigliato di studiare e soprattutto esercitarsi sempre a scrivere. Su un pezzo di carta scrisse tre parole. Scrivi. Scrivi. Scrivi. Andrea portò sempre con sé quel promemoria per non dimenticare mai il consiglio della mamma che morì quando lei era piccola. Arrivato il tempo di frequentare l'Università, la ragazza era preoccupata non solo per l'impegno richiesto per poter riuscire a studiare ma anche per il fatto che alle superiori non aveva avuto una vita sociale a causa del trauma della morte della madre, per la sua timidezza e per il tempo che dedicava al giornale che aveva creato: il Doyle News.
 
Varcato il cancello del college, capì che qualcosa in lei doveva cambiare: continuare ad impegnarsi sempre per dare il massimo nello studio ma riuscire anche a socializzare, a farsi degli amici, a vivere delle esperienze di vita (a volte rischiose) da portare per sempre nel cuore. Come accade per tutti i cambiamenti, all'inizio non fu facile.
Doveva trovare la forza e il coraggio dentro di sé, fingendo all'inizio di essere tranquilla, sicura. Pensava sempre a quanto fosse importante per lei scrivere, che era diventata la soluzione a tutti i suoi problemi e sentiva che era l'unica cosa che sapeva fare veramente nella vita. Voleva imparare in fretta e riuscire a realizzare il suo sogno, anche se sapeva che le sarebbe costato tanta fatica.

 

 
 
Andrea si sentiva in colpa per aver lasciato solo il padre e per il dover trascurare il suo piccolo giornale e i suoi affezionati lettori ma non aveva scelta: la realizzazione di un sogno porta con sé delle rinunce che molto spesso sono dolorose.
Cominciò la vita universitaria fatta di lezioni, appunti, libri da studiare. Questa volta però, superò la paura di non essere mai all'altezza, la paura di non piacere agli altri e la sua indole timida, insicura e solitaria e riesce a conquistare tre amici.
Marilyn, che veste sempre di nero. Andre che la segue ovunque. E il ragazzo che si fa chiamare Joker, di cui si innamora. Ora la vita non era più fatta solo di studio e lavoro ma anche di momenti di svago, di confidenze, di esperienze a volte rischiose. C'era anche la ragazza chiamata Barbie, che considerava tutti inferiori e trattava male Andrea e i suoi amici.
A volte c'erano anche momenti di sconforto, di paure per esperienze del passato e per il futuro ma gli amici servono anche a questo: ad esserci sempre, anche e soprattutto nei momenti difficili.
Di sofferenza Andrea ne aveva avuta già abbastanza dalla vita e per questo cercava sempre di fare in modo che le sue scelte portassero gioia nella vita che voleva costruire con impegno, determinazione, coraggio. Dopo aver superato l'ultimo esame, che l'aveva messa un po' in difficoltà per via del fatto che dovette parlare di sé e non degli altri com'era solita fare, terminò il primo anno di Università.
 
Il libro si conclude con un bellissimo articolo di Andrea per il suo giornale. Innamorata delle parole, riesce ad esprimere molto bene come si deve reagire al dolore ed alle cose brutte che possono accadere nella vita.
La resilienza è “quell'ineffabile qualità che permette a certe persone provate dalla vita di tornare più forti di prima”, “è la nostra unica arma”. “Essere resilienti non significa solo sopportare. Vuol dire trasformare un dolore in una crescita. E il brutto in bello. Anche se sembra un azzardo pensarlo. Ma è solo attraverso gli azzardi che si raggiungono le stelle”.
Riuscire a trasformare sempre le cose negative in positive e le cose brutte in cose belle non è facile, ma non è neanche impossibile. Mai. È l'unico modo per essere migliori, per costruire e vivere una vita più bella, piena di significato, di sogni realizzati, di cose che fanno gioire ancor di più perché si è conosciuto il pianto, di cose che riempiono la vita che prima si sentiva vuota, di cose che danno significato anche ad una vita che sembrava non averne.