Ci sono scrittori che più
degli altri colpiscono per i significati delle storie che raccontano
nei loro libri ma anche per singole frasi o pensieri in essi
contenuti e per le storie personali che sono particolari e che quasi
sempre fanno da musa ispiratrice ai loro scritti: proprio per questi
motivi si sceglie di leggere tutti i loro libri.
È il libro che scelsi
quando, iscrivendomi ad una rivista letteraria ebbi la possibilità
di ricevere in regalo tre libri e fu il primo che lessi di questo
scrittore che per me è il più bravo di quelli contemporanei se non
di sempre per i messaggi importanti per la vita che vuole far
arrivare nonostante molti lo critichino perché scrive in modo
semplice.
Come il fiume che scorre
è la raccolta di alcuni articoli che Paulo Coelho scrisse per molti
importanti giornali di tutto il mondo perché nutre una grande
passione per il giornalismo e per ogni forma di scrittura, infatti ha
anche scritto testi di canzoni, poesie...
All'inizio del libro
racconta che scoprì la propria vocazione letteraria all'età di
quindici anni e che quando comunicò alla madre di voler essere uno
scrittore lei era contraria e lo era anche il padre, per il fatto che
volesse fare l'artista in quanto loro volevano che conseguisse la
laurea per svolgere un vero mestiere come quello dell'ingegnere, del
medico, dell'avvocato.
Per realizzare il suo
sogno dovette lottare contro tutto e tutti e proprio per questo
sprona sempre i propri lettori ad inseguire, anche se costano fatica,
i propri sogni e realizzare quella che lui definisce la propria
Leggenda Personale che per ciascuno è diversa, ma che dà la stessa
gioia: la più grande.
Tra i vari capitoli mi
hanno colpito molto “Una giornata al mulino” nella quale racconta
che quando è impegnato per la promozione dei propri libri vede
moltissime persone, quando va in Brasile incontra gli amici e quindi
qualche persona ma c'è il periodo del quasi nessuno da incontrare
quando nei Pirenei si ritira in un villaggio di 200 persone in un
antico mulino trasformato in abitazione. Là dedica alcune ore a
scrivere perché quello è ciò che lui ha scelto per la propria
vita, quella è la sua Leggenda Personale, la realizzazione piena di
sé stesso. Finito di scrivere, ha deciso di rituffarsi nel mondo e
lo fa con un computer connesso ad internet. Terminata la giornata fa
la riflessione del fatto che in un solo giorno è riuscito a vivere
due cose totalmente opposte: la completa solitudine e il mondo intero
in un computer.
In un altro capitolo
“L'uomo che seguiva i suoi sogni” da uomo cattolico prega per chi
è disoccupato e non ha prospettive per il futuro. Nel titolo è
contenuta la sua storia perché lui ha fatto di tutto per seguire i
propri sogni ed ha conosciuto anche l'indigenza, per questo non
dimentica mai chi non ha nulla.
Nel capitolo “Il morto
in pigiama” fa una riflessione su una persona trovata morta in
pigiama a Tokyo il 10 giugno 2004. Accanto c'era un giornale datato
20 febbraio 1984. Era lì da 20 anni e nessuno se ne era accorto. Non
c'è cosa peggiore del fatto che nessuno si accorge della scomparsa
di una persona ed invita i lettori a pregare per quell'uomo
completamente solo che, grazie a lui, avrà ricevuto milioni di
preghiere.
Ne “Manuel è un uomo
libero” racconta di un uomo che lavora 30 anni, educa i figli e
dedica tutto il suo tempo al lavoro e non si chiede mai se avrà un
senso tutto quello che sta facendo. Poi gli appare un angelo in sogno
e gli chiede: Che cosa hai fatto della tua vita? Hai cercato di
viverla seguendo i tuoi sogni? Si ricordò di alcuni versi di un
poeta che scriveva: “Passò per la vita/non visse. Questa storia
insegna che si deve sempre cercare di ritagliare il tempo per fare
quello che veramente piace.
“Manuel va in Paradiso”
insegna che l'unica cosa che avrà importanza quando moriremo non è
quello che abbiamo fatto, quello che abbiamo raggiunto ma solo il
modo in cui abbiamo amato il prossimo.
“Il pianista del centro
commerciale”: in questo capitolo racconta che un pianista suonava
ma nessuno prestava attenzione a lui ed alla sua musica perché tutti
erano andati lì per fare acquisti, mangiare, parlare. La platea che
lo ascolta veramente è composta solo da due persone: Coelho ed una
sua amica violinista. Ma il pianista suona come se si trovasse in un
posto gremito di persone accorse solo per ascoltare lui. “Lo fa
perché quello è il suo destino, la sua gioia, la sua ragione di
vita. Sta facendo quello perché è il suo destino su questa Terra, è
la fonte di ogni gioia e non importa se gli altri lo appoggiano,
criticano, ignorano, tollerano...”.
Sicuramente questa
riflessione dello scrittore è dovuta alla propria storia: lui
sentiva di essere nato per scrivere e lottando contro tutto e tutti
ha vissuto la vita scrivendo ed è questo il suo successo più
grande, ancor più grande del successo ottenuto con i suoi libri
perché quando si scrive per passione il farlo ed anche solo una
persona che legga ed apprezzi quello che scrivi, regalano la felicità
più grande. Per me è così.
“In libri e
biblioteche” racconta del suo grande amore per la lettura e del
fatto che anziché conservare tutti i libri che legge, la maggior
parte li regala o li dona ad una biblioteca perché vuole che i libri
viaggino. Anche con quelli che scrive fa lo stesso: ha autorizzato la
diffusione gratuita online di alcune sue opere letterarie perché
vuole che arrivino a quante più persone possibili. Non penso
esistano scrittori che facciano questo.
Nel capitolo “Il mio
funerale” racconta che un giornalista gli chiese una riflessione su
un tema molto importante: se io morissi oggi, come sarebbe il mio
funerale? Prima di intraprendere il Cammino di Santiago la morte lo
terrorizzava, da allora invece la considera la cosa migliore per
“smettere di fare quello che ci rende morti viventi e spinge a
mettere in gioco ogni cosa, a rischiare tutto per quello che abbiamo
sempre sognato di realizzare”.
“Un giorno qualunque
del gennaio 2005” lo scrittore racconta che dopo aver scritto il
suo ultimo libro, vari scritti che pubblica su Internet, aver
controllato la mail, essere andato dal dentista, aver fatto
riflessioni sul suo lavoro, sugli amici ecc... non aveva
assolutamente nulla da fare e si sentiva un po' in colpa ma poi
pensò: “non sto facendo niente e sto facendo la cosa più
importante della vita di un uomo: sto ascoltando ciò che avevo
bisogno di sentirmi dire da me stesso”. Solo un grande scrittore
può, dal nulla, trarre qualcosa di importante da scrivere ed
insegnare.
Ne “La mattonella
mancante” scrive alla fine questa riflessione sotto forma di
metafora: “quante volte, per la mancanza di una semplice
mattonella, deturpiamo irrimediabilmente il progetto originale della
nostra vita”.
Purtroppo a volte senza
che si faccia nulla si trova nella vita qualcosa di negativo che
potrebbe rovinare tutto, ma se si focalizza l'attenzione solo su
quello tutto andrà male veramente; se al contrario ci si concentra
su tutto il resto che di positivo c'è, si può riuscire ad annullare
quello che di negativo esiste ma che, da solo non può rovinare
tutto.
“Credere
nell'impossibile”: un guerriero della luce sa che si devono
combattere anche certe battaglie che sembrano impossibili. Anche in
questo capitolo mi accorgo che parla suo sogno di fare lo scrittore
perché sembrava impossibile realizzarlo ed invece ci è riuscito
perché ci ha creduto e con le sue parole sprona continuamente tutti
a farlo perché vuole che nessuno si scoraggi e realizzi qualsiasi
proprio sogno. In un altro libro dice che “niente è impossibile,
siamo noi che crediamo che sia così”.
Ogni persona che scrive
deve avere una grandissima sensibilità: è la prima dote da avere
perché solo questa può far vedere, sentire e provare le cose che
gli altri non vedono, non sentono, non provano. Oltre a questa deve
esserci la voglia di trarre insegnamenti da tutto quello che ci
accade, che abbiamo vissuto, che fa parte della nostra storia.
Ovviamente si deve avere anche la voglia di comunicare qualcosa di
importante a chi legge.
Scrivere è, secondo me,
il mestiere più bello del mondo perché consente di vivere appieno
la propria vita e da essa trarre storie, riflessioni, cose da
scrivere. Non esiste nessun altro lavoro che permette di trovare le
cose migliori della vita, i significati più profondi da piccole e
grandi cose, di viaggiare con la mente e la fantasia e grazie ad un
libro per il mondo e nella parte più vera e profonda della vita che
è l'anima perché da essa provengono gli scritti più valorosi, come
ad esempio quelli di Paulo Coelho.