venerdì 29 novembre 2019

Ada Lovelace: la prima programmatrice di computer al mondo


Molto spesso le persone che apportano un grande contributo per le innovazioni tecnologiche, le scoperte, le invenzioni, gli studi in vari campi sono sconosciute al grande pubblico, come se i loro studi e quello che sono riusciti a fare non siano importanti.
Anch'io, che amo molto la tecnologia, non conoscevo chi ha intuito che una macchina potesse essere programmata per fare moltissime cose. Guardando un documentario sulla storia del computer, ho conosciuto il suo nome e la sua storia. Una persona che ha dato il via ai programmi per computer che oggi conosciamo.
 



Ada Lovelace, alias Augusta Ada Byron, è stata la prima programmatrice di computer al mondo: nacque a Londra il 10 dicembre 1815, figlia del poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke.
La madre non voleva che seguisse la carriera letteraria come il padre che peraltro non conobbe perché se ne andò quando lei non aveva compiuto un anno e così la instradò allo studio della matematica e delle scienze. Si interessò molto del lavoro di Babbage sulla macchina analitica: questi pensava che fosse adatta solo al mero calcolo numerico, lei invece intuì le sue immense potenzialità in tutti i campi.

In un articolo del 1843, la Lovelace descriveva la macchina di Babbage, uno strumento programmabile, che potesse svolgere molte più cose del semplice calcolo numerico e fu così la pioniera del concetto di intelligenza artificiale ed oltre cento anni dopo la sua morte la macchina di Babbage è considerata il primo modello di computer e gli appunti di Ada come la descrizione di un computer dotato di software come quelli odierni, che permettono di fare moltissime cose: comunicare, imparare, disegnare, scrivere...
Nonostante queste grandi idee sulla tecnologia, Ada Lovelace capì che la macchina non potesse divenire pensante come gli esseri umani. Morì giovanissima, a soli 36 anni.
Un computer non programmato non serve a nulla e questa importantissima fase la si deve alla genialità di Ada Lovelace.

La fantasia permette sempre di arrivare laddove lo studio fatto di nozioni non consente di spingersi perché la mente riesce a creare cose che non esistono, cose che all'inizio possono sembrare irrealizzabili o strambe ma che in seguito divengono realtà e sono il frutto dell'immaginazione di menti geniali magari non comprese a loro tempo ma elogiate in seguito.
 




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