giovedì 21 novembre 2019

Berthe Morisot: la pittrice senza professione


Nel tempo libero di cui si dispone, è molto bello dedicarsi a tutto ciò che piace: è come un meritato premio dopo le fatiche dello studio, del lavoro o di qualsiasi altra attività che si svolge ed alla quale si dedicano tempo ed energie. Sicuramente nelle ore di svago è molto piacevole dedicarsi ad uscire, riposare, fare sport, coltivare hobby ed avere interessi culturali: la musica, il cinema, l'arte. Sono tutte cose che lasciano sempre qualcosa di positivo.

Per quanto concerne l'arte della pittura, una pittrice della quale ho sentito parlare recentemente e che non conoscevo è Berthe Morisot (1841-1895) nata in una famiglia borghese benestante ed una delle più importanti rappresentanti dell'Impressionismo.
 

 

I soggetti principali dei suoi quadri sono scene di vita quotidiana e ritratti di donne.

Ha dedicato tutta la vita alla pittura sin da giovanissima studiando arte privatamente perché non fu accettata in quanto donna. Ebbe il coraggio di essere l'unica donna a partecipare a tutte le mostre impressioniste, realizzò moltissimi quadri e sul suo certificato di morte le fu fatto il torto di non ottenere il riconoscimento della sua professione perché a questa voce era scritto: senza professione. Nel primo anniversario della sua scomparsa la galleria Durand-Ruel organizzò una retrospettiva con 394 tele, disegni e acquerelli.

Fortunatamente il suo talento fu riconosciuto ed anche il fatto che avesse una professione e cioè quella di pittrice, dando così onore al merito frutto di talento innato, studio, applicazione, fantasia, capacità di adattamento. Le sue opere hanno un elevato valore e le si possono ammirare nei musei più conosciuti. Tra le sue opere più famose: La culla, Ragazza nel parco, Ragazza al ballo, Inverno, Ritratto di donna, La madre e la sorella dell'artista, Biancheria al sole, La lettura (Edma Morisot), Caccia alle farfalle, Nel campo di grano.

Credo che quando ci si dedica a qualcosa con passione, impegno, provando a seguire i canali che potrebbero consentire di ottenere successo, anche se questo non avviene in vita, si creano molte opere, se oggettivamente c'è un valore in quello a cui ci si dedica e che si crea, si raggiungono intuizioni su cose che magari solo in seguito saranno concretizzate, si dovrebbe sempre riconoscere quello che una persona fa ogni giorno perché non penso che per venire riconosciuta una professione, un merito, si debba per forza seguire un unico metro di valutazione che a volte può essere un titolo accademico (Leonardo da Vinci non seguì studi regolari, non era laureato ma è considerato uno dei più grandi geni dell'umanità; Anna Frank era poco più che una bambina quando scriveva le pagine del suo diario, ma era già una scrittrice perché era un talento innato il suo quello per la scrittura), delle vendite dell'opera sia essa artistica, letteraria, musicale o altre cose paragonabili a queste (Van Gogh vendette solo un quadro in vita, ma le sue opere sono tra le più importanti, conosciute e valorose al mondo).

Anche se non tutti possiamo essere geni o talenti da raggiungere il livello dei grandi, il fare del proprio meglio in qualcosa che sia ama e il dedicarvisi con costanza è qualcosa che da molta felicità e soddisfazione ed anche se non dovessero essere le persone imputate a riconoscere il ruolo che abbiamo ricoperto nel mondo, ci sarà sempre qualcuno che potrebbe farlo e nel caso in cui questo non succedesse, siamo stati quello per cui abbiamo nutrito passione, quello per cui abbiamo messo il meglio di noi stessi, quello a cui abbiamo pensato ogni giorno della nostra vita ad esempio come diceva Woopy Goldberg nel film Sister Act II in questo aneddoto: “Un giorno un tizio gli scrisse (ad un poeta) e gli chiese 'cosa diavolo devo fare per diventare uno scrittore?'. E lui gli rispose: 'non chiedere a me cosa devi fare per diventare uno scrittore, se alla mattina quando ti alzi non pensi ad altro che allo scrivere allora sei uno scrittore'.

Parole sagge e vere che non si possono contraddire, indipendentemente dai risultati che si riescono a raggiungere anche perché tutti gli scrittori scrivono per passione all'inizio e per sempre, a prescindere che abbiano un successo immenso, più modesto o non lo raggiungano affatto perché per tutte le cose che si fanno ci vuole amore ed è questo che spinge a continuare a svolgere quell'attività.
 
 




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