martedì 19 novembre 2019

Recensione del film Il piccolo Lord


Ci sono film che diventano dei classici perché protagonisti principali sono temi universali e che non cambiano mai: l'amore, la bontà, l'altruismo, il senso della vita, il rispetto, l'amore per le piccole cose, l'importanza dei sentimenti, la gioia e la felicità che nascono da piccole cose, le differenze sociali che a volte creano pregiudizi in chi ha poco o nulla economicamente e sono visti da chi ha una posizione sociale ed economica elevata come il nulla anche se magari hanno sani principi, sani valori e la necessità a volte di cambiare. Tutto questo è protagonista nel film il Piccolo Lord del 1980 tratto dall'omonimo romanzo per ragazzi (ma che fa tanto bene, sia il film sia il libro, anche e sopratutto agli adulti) di Frances Hodgson Burnett.

 
 
 
Cedric Errol è un bambino di sette anni che vive negli Stati Uniti con la madre ed è orfano di padre. Quando il fratello minore del padre muore, lui diventa l'unico erede di tutti i beni della famiglia ed ottiene il titolo di Lord Fauntleroy, dovendo un giorno sostituire il nonno, un ricco nobile inglese che non conosce perché non approvava il fatto che suo padre avesse sposato una donna americana e non nobile.

Il nonno, interessato ad allevare nel modo che riteneva più consono il nipote in vista dell'importante ruolo che avrebbe dovuto ricoprire quando lui fosse morto, invia un suo dipendente nella casa della nuora per ottenere il suo consenso a far trasferire il piccolo in Inghilterra per abitare con il nonno per avere un futuro migliore a condizione che lei abitasse in una casa messa a sua disposizione, accettasse dei soldi per vivere e non avesse nessun rapporto con il suocero. La donna, per il bene del figlio, accetta ma a sua volta detta due condizioni che dovevano essere assolutamente concesse per far andare a buon fine l'accordo: non avrebbe accettato i soldi per vivere perchè preferiva lavorare per mantenersi e non voleva assolutamente che il piccolo sapesse dell'ostilità del nonno nei suoi confronti perché lei non gliene aveva mai parlato e questa cosa colpì così tanto il conte che non riusciva a credere che la nuora avesse fatto un gesto così.

Cedric, la mamma ed una donna che dava loro una mano ritenuta una persona di famiglia si trasferiscono in Inghilterra. Il nonno è un uomo duro. Cedric è un bambino molto sveglio, intelligente, allegro, gentile, altruista, buono. Sicuramente non aveva preso dal nonno, ma a poco a poco con il suo modo di fare fece breccia anche nel suo cuore indurito forse anche dalle tante avversità della vita, in modo particolare quelle provocate per i dispiaceri, per le condotte e scelte di vita che non approvava dei suoi figli.

La madre di Cedric un giornò scoprì le disagiate condizioni di vita di alcune persone che vivevano in casette fatiscenti, che non avevano neanche da mangiare e in pessime condizioni di vita. Trovò lavoro e diede loro tutto l'aiuto che le era possibile offrire a quelle sfortunate persone.

Intanto Cedric, come faceva anche in America, era gentile con tutti e continuava a coltivare la sua amicizia con il droghiere ed un lustrascarpe tramite delle epistole con le quali li informava delle vicende che lo riguardavano: ai due, prima di partire aveva fatto dei costosi regali con i soldi che il nonno aveva inviato e che erano destinati alle esigenze sue e della mamma.

Grazie a lui, il fattore che si era ammalato poté continuare a lavorare nella fattoria del nonno nonostante non avesse pagato l'affitto, vide le difficili condizioni di vita delle persone che lavoravano per suo nonno, che con i propri occhi si accorse della situazione e fu allora che il conte capì quanto fosse indurito il proprio cuore e gli disse di essere migliore di come era stato lui.

In poco tempo il bambino conquistò il suo cuore, si accorse che il piccolo Lord lo amava teneramente mentre la gente lo odiava e gli aveva ridato la voglia di vivere che ormai aveva perduto e che pensava fosse impossibile potesse ritornare.

Proprio quando si era affezionato molto al nipote ed era orgoglioso del fatto che un giorno sarebbe stato lui a prendere il suo posto e a dare nuovo lustro alla famiglia, fu informato che un altro figlio aveva sposato una donna dai facili costumi ed aveva avuto un bambino che adesso aveva otto anni e che quindi era lui l'erede legittimo e non Cedric. Di questo il conte fu dispiaciutissimo e diede l'incarico di fare le dovute indagini e fare il possibile per smentire quella donna. Era tutto regolare.

Il conte era così cambiato che decise di dare una festa ed invitare la sorella, con la quale non parlava da 20 anni ed era passato così tanto tempo che non rammentava neanche il motivo per il quale avevano litigato. Conoscendo Cedric la donna, riconobbe il merito che la mamma aveva avuto nel crescere un bambino così speciale. Lui era d'accordo.

Intanto Cedric continuava ad informare i suoi amici in America di tutto quello che gli accadeva; raccontò loro anche del fatto di quel bambino che era lui l'erede e che per questo non era più un nobile. Nonostante ciò non era dispiaciuto perchè lui era felice lo stesso, come lo era in America quando non aveva assolutamente nulla ed era abituato a giocare a calcio con un barattolo (cosa che insegnò in seguito a fare anche al nonno).

Il lustrascarpe, vedendo la foto della donna che rivendicava il titolo nobiliare e l'eredità per il bambino avuto con il figlio del conte, si accorse che era la moglie del fratello. I due fecero giungere la notizia al conte e furono invitati nel suo palazzo insieme al fratello del lustrascarpe ed ovviamente alla donna al cui figlio non spettava nulla perchè quando si sposò con il figlio del conte era già sposata con un altro uomo, rendendo illegittimo il matrimonio e la prole.

Alla festa che seguì per questa notizia che faceva ritornare il piccolo Lord l'erede legittimo, il conte decise di invitare anche la nuora: la bontà con la quale aveva nascosto al figlio l'odio che il nonno nutriva per lei per non rovinare possibili futuri rapporti con lui, il fatto che gli parlò e lo salutò anche se lui non le rivolgeva la parola, l'aver cresciuto un bambino così speciale con tutte le doti positive e i sani valori che ogni persona dovrebbe avere per dare il giusto senso alla vita, gli avevano fatto capire che aveva sbagliato con lei con i pregiudizi che aveva per la sua condizione economica e sociale ed aveva scoperto che era una bravissima persona.

Questa scelta del nonno di invitare la sua mamma ovviamente rese felice il piccolo Lord, artefice del cambiamento di cuore, di scelte e di opinioni del nonno.

I bambini sono veramente capaci di far cambiare in positivo le persone, loro ci provano a tirare sempre fuori il meglio con il loro modo di fare ma poi sta agli adulti, grazie a loro, a mettere prima il cuore davanti a tutto.

Credo che i bambini siano molto più vicini degli adulti alle cose vere, alle cose che danno un senso alla vita e che donano felicità: l'amore sincero, l'entusiasmo per tutto, la curiosità, la gioia che nasce dal nulla, la voglia di vivere attimo per attimo, la voglia di imparare, di scegliere, di impegnarsi, di giocare, di ridere, di condividere, di dare, di fidarsi ed affidarsi.

Loro non conoscono il male, l'odio, il rancore, l'egoismo, la tristezza, il differenziare le persone per la loro condizione economica o sociale, tutte cose che deturpano il mondo e le persone.
 



 
 
 
 
 


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