venerdì 3 gennaio 2020

Recensione del film Il mio cane Skip


Ci sono dei film nei quali ci si può identificare per un motivo o un altro e dai quali si possono ottenere consigli su come risolvere qualche problema che ci affligge e per il quale non riusciamo a trovare una vita d'uscita, una soluzione definitiva che possa far cambiare in meglio le cose.

Un film molto bello, trasmesso nel 2008 su Italia 1 in un pomeriggio d'estate, è “Il mio cane Skip” che mi piacque moltissimo e che racconta una storia vera, dolce e significativa.
È ambientato nell'estate 1942. Willie Morris è un bambino molto solo che ha un padre molto severo il quale ha perso una gamba nella guerra civile e vive anche insieme alla madre Helen. Ha solo un amico, che perde perché va a fare il servizio militare.

Il giorno del suo nono compleanno, tra gli altri regali, riceve un cane a cui decide di dare il nome Skip. Il padre è contrario perché pensa che il figlio sia troppo piccolo per prendersene cura e potrebbe soffrire se gli succedesse qualcosa e così glielo toglie, ma la madre riesce ad avere la meglio sulla decisione finale e lo restituisce a Willie, rendendolo felice.
 


Il bambino ed il cane crescono insieme e grazie a Skip il piccolo riesce a fare amicizia con la ragazza più carina, con un bambino di colore e con dei ragazzi che precedentemente lo prendevano in giro. Willie attribuisce a quel piccolo cane il merito di essere diventato meno timido e di avere acquisito la sicurezza necessaria per vivere.

È felicissimo di essere ammesso a giocare nella squadra di baseball ma durante una partita nella quale non gioca bene, colpisce Skip il quale scappa e va a rifugiarsi in un cimitero, restando chiuso in un luogo che dei loschi individui utilizzano come deposito illegale di alcolici. Uno di loro lo colpisce con una pala e Skip finisce in ospedale, ma alla fine si sveglia e sta bene.

Willie ha il sogno di fare lo scrittore forse perché i libri, quando era solo, gli facevano molta compagnia e così va a studiare in Inghilterra. Skip invecchia ed aspetta il suo ritorno ma muore. Viene seppellito sotto l'albero di casa ed il suo ricordo rimane per sempre nei cuori di tutta la sua famiglia, in particolare di Willie che, dopo essersi laureato diventa giornalista, sceneggiatore e scrittore e gli dedica un libro “My dog Skip” e che è morto prematuramente a 64 anni per insufficienza cardiaca durante il completamento del film il 2 agosto 1999.

La timidezza a volte non consente di vivere veramente e se si trova qualcosa o qualcuno che aiutano concretamente a vincerla e ad aprirsi al mondo ed alla vita è una cosa che sicuramente non si dimentica mai e non importa di cosa si tratti, la cosa fondamentale è il risultato positivo che si ripercuote in ogni campo della vita che diventa migliore e più felice, come non si scordano mai tutte le cose che nei periodi tristi regalano un po' di gioia.


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