lunedì 16 agosto 2021

Recensione del libro Una ragazza fuori moda di Louisa May Alcott (versione integrale)

Ci sono dei libri che diventano dei classici della letteratura per ragazzi, ai quali sono indirizzati ma che, per i valori che contengono, possono anche essere letti e riletti dagli adulti perché in essi possono trovare cose che, se applicate alla vita, la rendono molto più bella.

Inoltre ci sono scrittori che amano scrivere libri che contengano elementi formativi e che fanno conoscere ed amare le cose più belle, pulite e semplici della vita. Una di queste scrittrici è Louisa May Alcott, famosissima per aver scritto il libro “Piccole donne” ma anche “Una ragazza fuori moda”.

Fan (Fanny) non vuole andare a prendere alla stazione la sua amica Polly perché ha paura che i suoi ricci si rovinino a causa della pioggia e così va il fratello il quale si aspetta di trovare una ragazza viziata e superficiale come la sorella ed invece incontra una ragazza, vestita in modo semplice e dai modi gentili, rispettosi ed educati, molto diversa da tutte le altre che conosceva.

Amava suonare il pianoforte, cantare (anche se si vergognava molto a farlo davanti alle persone), fare delle passeggiate intorno al parco, le cose semplici, la pazienza, la dolcezza, la scuola, la lettura, il riuscire ad avere tutto con pochi soldi o con nulla, la timidezza: tutte cose ormai fuori moda ma che fortunatamente ancora riuscivano ad essere viste ed apprezzate dalle persone con le quali Polly era in contatto, anche da parte di Tom.



Dopo sei anni vennero a sapere che Polly aveva deciso di guadagnarsi da vivere e permettere al fratello Willy di andare in collegio dando lezioni di musica. Nonostante fosse un po' preoccupata anche per il suo carattere timido ad affrontare quell'impegno, si faceva coraggio e sapeva che poi si sarebbe abituata.

Un giorno le due sorelle, sue amiche ed appartenenti ad una famiglia agiata, la accompagnarono a casa e lei le invitò ad entrare per presentare la sua camera, che una gentile signorina per pochi soldi le aveva concesso in affitto.

Il pianoforte occupava gran parte della stanza, tanto che Polly dovette rinunciare al letto e dormire sul comodo divano. C'erano una sedia a dondolo ed una macchina per cucire e, nell'angolo dove preparava i suoi pasti era posizionata una pianta d'edera. Sopra il sofà c'erano gli scaffali dei libri ed un camino riscaldava la stanza. Sul tappeto c'erano un gattino ed un grasso canarino ritto su una zampa. Mentre la sorella di Fanny era entusiasta per la sistemazione di Polly, Fanny vedeva solo povertà e privazioni.

Qualche volta sentiva il peso della solitudine e del fatto che non poteva permettersi quello che a volte desiderava e per tornare di buon umore amava fare qualche piccola cortesia.

Venne a conoscenza della storia della piccola Jane una ragazza pallida e timida che non parlava con nessuno. Era povera, lavorava e viveva da sola. La signorina Mills, la proprietaria della casa nella quale alloggiava Polly, le aveva permesso di vivere in una stanza povera e sul comodino c'era una lettera nella quale, rivolgendosi alla padrona di casa, racconta che non potendo riuscire a mantenersi con il misero lavoro che aveva, decise di morire perché per lei non c'era un posto nel mondo.

Polly si prodigò in qualsiasi modo per farle credere che c'era posto ed affetto anche per lei. La aiutò per vivere, andava a trovarla e suonava il piano per lei. Confrontando la sua vita a quella di Jane, si sentì molto fortunata e felice.

Polly amava molto la domenica perché sapeva che suo fratello sarebbe andato a trovarla e così si alzava presto affinché trovasse tutto in ordine: delle grandi pulizie se ne occupava il sabato. Willy considerava la sorella la ragazza più perfetta del mondo. Insieme facevano colazione, curavano i fiori, suonavano il pianoforte, andavano in chiesa, facevano una lunga passeggiata. Se pioveva, rimanevano in casa a leggere, rispondevano alle lettere che ricevevano, parlavano. Al tramonto Polly suonava il pianoforte e cantava e Willy, sul divano, la ascoltava felice. Alle nove forniva a Willy della biancheria pulita e, riposato, rallegrato e rinfrancato da quella serena giornata andava via per affrontare una nuova settimana.

Anche Tom era conquistato dal modo di essere, dalla vita e dalle abitudini di Polly.

La ragazza amava molto le piccole cose, ad esempio andare all'opera, con la speranza che il biglietto non fosse caro per poter invitare anche il fratello, a cui un po' di svago avrebbe fatto bene quanto a lei. Anche una cena in casa era molto piacevole per lei e voleva godersi fino in fondo le serate dopo una giornata di lavoro.

Un bel lato del suo carattere era costituito dal fatto che era riuscita a non brontolare o prendersela per ogni sciocchezza. La signorina Mills diceva che “il migliore sistema per sgominare i propri crucci è di non lasciarsi dominare da essi”.

Gli Shaw si ritrovarono in ristrettezze economiche improvvise e così anche loro dovettero vivere una vita più semplice ed ovviamente Polly fu un modello da seguire per capire che la semplicità può dare una grande felicità perché la ricchezza interiore ed il modo di vivere la vita contano più delle cose materiali di lusso che richiedono di essere ricchi per potersele permettere e che non danno la felicità.

In estate Polly decise di riposarsi e preparare lo spirito ed il fisico ad affrontare un nuovo anno di lavoro; in autunno riprese le lezioni di musica.

Era più matura della sua età rispetto alle altre ragazze. Polly, dopo il lavoro giornaliero, preferiva restarsene a casa a leggere qualche libro o a ricamare.

Tom che nel frattempo aveva messo la testa a posto e lavorava duro, si sposò con Polly e la ringraziò per il fatto che era migliorato e cambiato in positivo grazie a lei, la quale gli confessò che anche lei aveva dei difetti e che lui doveva aiutarla a correggerli. Will non diventò prete, sposò Jane e “vissero felici e contenti fino alla morte”.

È uno dei miei libri preferiti perché contiene tutte le cose belle della vita: la semplicità, il lavoro che si sceglie e che si ama, la quotidianità fatta di cose belle come la musica, i libri, la natura, la serenità e i grandi valori della vita come gli affetti, la dolcezza, la gentilezza, l'altruismo.

Dare valore alle piccole cose rende la vita migliore ed è importante essere se stessi sempre anche se il proprio carattere o la propria vita dovessero essere differenti dagli altri, soprattutto se sono costituiti da cose positive e comunque rispettando il modo di essere e di vivere di chiunque, con la speranza che lo facciano anche loro nei tuoi confronti.

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