lunedì 23 marzo 2020

Recensione del film Conversazioni con Dio

Alcuni film fanno riflettere molto più di altri, in modo particolare quando trattano storie vere e sulle quali hanno un grande influsso il tema spirituale, il proprio rapporto con Dio, lo svolgersi della vita quotidiana per quanto concerne il lavoro e la vita affettiva.

Cercando su internet film che avessero come tema principale la religione applicata alla vita, ne ho trovato uno dal titolo “Conversazioni con Dio”: il titolo è molto eloquente ed ho trovato interessantissima la sua visione, apprendendo solo alla fine che raccontasse una storia vera e non fosse frutto della fantasia.

È un film uscito negli Stati Uniti nel 2006 e racconta la vera storia di Neale Donald Walsch, un uomo che a causa di un incidente perse il lavoro e non riuscendo a trovarne nessun altro, diventa indigente e si ritrova ad essere un homeless, un senzatetto. Su un foglio scrisse: “Voglio risposte! Che cosa ci vuole per far funzionare la vita?” rivolgendosi a Dio, come si fa spesse volte quando tutto va male e non si riesce a venirne fuori. Dio gli risponde in un lungo monologo, che è una parte del film bellissima e molto significativa per la vita di ciascuno:

“Io parlo con tutti, continuamente con la voce di ciascuno di voi. La domanda è: Chi ascolta?” E' stata gridata dalla più alta montagna, nei luoghi più infimi si è udito il suo sussurro, lungo i canali di tutte le esperienze umane è riecheggiata questa verità: la risposta è l'amore. Voi avete proiettato su di me il ruolo di Padre e avete plasmato l'idea di un Dio che giudica, premia e punisce. Voi avete creato intorno all'amore una realtà creata sulla paura e questa realtà basata sulla paura domina la vostra esperienza dell'amore: è questo che le dà l'impronta. È della paura che avete bisogno per essere, fare e avere ciò che è intrinsecamente giusto? Dovete essere minacciati per essere buoni? Che cosa significa essere buoni? Chi pronuncerà la parola definitiva su questo argomento? Vi do io la risposta: siete voi a stabilire le vostre regole, siete voi a fissare le linee guida. L'amore è tutto ciò che esiste. Lo so, lo avete letto e sentito chissà quante volte. Quando affrontate difficoltà, preoccupazioni, dubbi o paure voi preferite dimenticarlo. Ciò che dovreste fare è invece rispondere a questa semplice domanda: che cosa farebbe ora l'amore? Vivete ora la vostra vita senza aspettative, senza il bisogno di risultati specifici: questa è la libertà. Ricordatevi, voi siete costantemente nell'atto di creare voi stessi, in ogni momento voi decidete chi e che cosa siete, lo decidete attraverso le scelte che fate in relazione alle persone e alle cose per cui provate passione. La preoccupazione è l'attività di una mente che non comprende la sua relazione con me.
 

Ricordi la domanda: che cosa farebbe ora l'amore? Rispondi a questa domanda e io sarò lì, sempre e in qualsiasi modo. La sofferenza non ha niente a che fare con gli eventi ma con la reazione che ciascuno ha verso di essi. Ciò che accade è solo ciò che accade, ma come noi lo percepiamo è un'altra questione. Non puoi avere tutto ciò che vuoi. La tua richiesta è una dichiarazione che ti manca qualcosa e il dichiararlo produce quella precisa esperienza: il senso della mancanza della tua realtà. Quindi dovrei punirti perché hai fatto una scelta che io stesso ti ho messo di fronte? Questa è la domanda a cui devi rispondere prima di assegnarmi il ruolo di un Dio che condanna.

Infinite volte mi hai implorato di mostrarmi, di spiegarmi, di rivelarmi e ora lo sto facendo in modo così chiaro che tu non possa fraintendere. Io sono qui, io sono proprio qui, adesso. È il momento di ritirarti nel tuo spazio divino ora più che mai. Questo ti porterà una grande pace dello spirito e da uno spirito in pace fluiscono grandi idee, idee che potrebbero essere la soluzione ai tuoi problemi più grandi che credi di avere. Credi che per me questo sia un problema troppo grande da risolvere? Che uscire per me da questo marasma sia troppo difficile? Capisco che per te sia troppo difficile nonostante tutti gli strumenti che ti ho fornito, ma credi che sia veramente difficile anche per me?

Voi mi avete frainteso e avete frainteso anche voi stessi. Io non voglio altro se non la vostra felicità ma voi credete di essere sottoposti a me quando invece siamo tutti una cosa sola: non esiste separazione. Io voglio per voi quello che voi volete per voi: niente di più, niente di meno. Io non sono interessato al vostro successo terreno, solo voi lo siete. Non dovete preoccuparvi di come andare avanti. I veri maestri sono coloro che hanno scelto di vivere non di sopravvivere. Va avanti, fa qualsiasi cosa ami veramente, non fare altro. Hai così poco tempo. Come puoi pensare di sprecare anche un solo momento facendo qualcosa che non ti piace. Questo non è vivere, è morire”.

Neil scrive un libro che ottiene un grandissimo successo e tiene seminari e incontri nei quali racconta la propria storia e quello che ha capito da essa e dalle sue conversazioni con Dio. Durante uno di questi incontri una donna gli raccontò di avere adottato un bimbo di sei mesi e a 14 anni gli dissero che loro non erano i suoi genitori biologici. Il suo rendimento scolastico ne risentì molto e non la chiamò più mamma. Le cose cambiarono un poco quando gli promisero che a 18 anni avrebbero fatto di tutto per ritrovare la sua mamma, ma a 18 anni fu investito da una motocicletta il cui conducente era ubriaco e perciò considerava Dio non amichevole come sosteneva Neil ma vendicativo.
Dopo aver visto la madre che da piccolo gli disse che non avrebbe mai amato nessuno, rispose alla donna: “Sua madre morì alcuni anni fa e morire per Jimmy era l'unico modo per stare insieme a lei”.
Neil non sapeva se quello che aveva detto alla donna fosse vero, ma lo aveva fatto per farla stare bene, per trovare una risposta ad un dolore così grande. Anche quello è amare e lui stava imparando a farlo.

Quando la vita pone davanti a grandi problemi che la rendono invivibile, si avvertono un grandissimo vuoto, un immenso senso di impotenza ed una grande disperazione che solo Dio e le sue parole possono colmare. Non c'è nient'altro che possa far trovare una spiegazione a certe spiacevoli situazioni. Dio insegna che amare è la cosa più importante, la cosa che rende la vita migliore e piena di significato e che tutte le altre cose ad essa conseguono. Inoltre la reazione che si ha al cospetto delle situazioni è veramente più importante degli eventi e che una delle felicità e realizzazioni più grandi è quella di fare quello che si ama veramente, nelle piccole e grandi cose perché amare le persone anche con una parola di conforto o piccoli gesti e le cose che fanno parte della nostra vita perché le abbiamo scelte è quello che conta di più per la felicità, per vivere e non sopravvivere, per sentirci sereni e realizzati, per vivere e non morire anche se respiriamo.

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