lunedì 10 febbraio 2020

Recensione del libro Firmino di Sam Savage

A volte i libri hanno per protagonisti animali o personaggi immaginari inventati dalla fantasia dello scrittore o della scrittrice. Nonostante ciò, ci si affeziona ad essi e si impara da loro come se fossero persone o personaggi reali. È un esempio di ciò Firmino, il topo protagonista dell'omonimo libro di Sam Savage.
 
Firmino è un topo, tredicesimo figlio di una topa alcolizzata, nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. Forse anche perché era l'ultimo di un gran numero di figli, era trascurato dalla mamma tanto che non veniva neanche nutrito da lei. Per far fronte ai morsi della fame, fragile e malaticcio, capì che avrebbe dovuto ingegnarsi per sopravvivere e così cominciò a cibarsi dei libri che aveva attorno. A poco a poco scoprì l'amore per la lettura, leggendo avidamente moltissimi libri.
 
Si affezionò molto a Norman, il proprietario della libreria.
Firmino, per il grandissimo desiderio che aveva di interagire con gli uomini, si convinse che Norman lo capisse, ma si accorse che così non era e questa fu una cosa che lo fece soffrire molto, ma nonostante ciò era felice lo stesso di stare in sua compagnia.
 
In seguito andò a vivere con Jerry, che abitava in uno dei piani sopra la libreria, il quale aveva velleità da scrittore. Era uno scrittore bohémien e cioè scriveva solo per passione perché non era riuscito a pubblicare nessun libro ed aveva sempre problemi economici. Era una persona molto parsimoniosa: a volte portava a casa cose che trovava per strada ed amava molto aggiustare gli oggetti. Un giorno portò a Firmino un piccolo pianoforte e lui amò quello strumento sin dalla prima volta che lo vide e che cominciò a strimpellare. Firmino si affezionò molto anche a lui, che forse lo capiva di più rispetto a Norman.
 

Il finale è un po' triste perché Firmino assiste impotente alla distruzione della libreria nella quale era nato, cresciuto, aveva vissuto e che era tutto il suo mondo per l'attuazione di un nuovo piano edilizio. Si sentiva molto triste e tutto quello che lo entusiasmava, la sua quotidianità, le avventure fuori e la lettura non riuscivano più a regalargli felicità. Tutto lo annoiava. Solo suonare il pianoforte non gli dava tedio.
Firmino cominciò a riflettere sulla sua vita in quel momento triste e si sentiva fortunato di aver vissuto la vita nel modo in cui l'aveva vissuta.
Molto significativa è una frase inserita alla fine del libro: Jerry era solito dire che se uno non desiderava tornare a rivivere la propria vita, allora l'aveva sprecata.
Sam Savage, l'autore del libro, nato nel South Carolina, è un esordiente assoluto nonostante abbia pubblicato "Firmino" a 67 anni grazie ad una piccola casa editrice americana no profit con una tiratura di mille copie, riuscendo a vincere tutti i più importanti premi letterari per esordienti negli Stati Uniti. È diventato un successo internazionale. Savage è un ex professore di Filosofia, in seguito fece il meccanico di biciclette, poi il carpentiere e il pescatore.
Comprai questo libro qualche anno fa per due motivi: per la copertina, nella quale c'è Firmino che suona il suo adorato pianoforte, perché amo da sempre moltissimo la musica, il pianoforte e la chitarra e poi per la sinossi del libro, che mi piacque e mi incuriosì molto.
Questo libro insegna che anche una vita che comincia in modo molto sfortunato, può diventare bella e non la si spreca solo se si fa prevalere il meglio che abbiamo dentro di noi, costruendo una serena quotidianità e coltivando le nostre passioni. Firmino ha scelto quelle che sono tra le più belle e che possono rendere la vita infinitamente migliore: la lettura, la fantasia e la musica. Grazie alla lettura si viaggia, si impara, si conoscono personaggi, si vivono altre vite. La fantasia trasforma tutto quello che vogliamo, anche i nostri sogni, in realtà. La musica fa sognare, emozionare e regala felicità.

Anche la storia di Sam Savage insegna moltissimo: insegnò Filosofia e poi, nonostante fosse laureato, fece lavori molto umili. Sicuramente il sogno di scrivere è sempre stato presente, in modo più o meno importante, nella sua mente e non lo abbandonò mai: grazie alla determinazione, alla perseveranza ed alla capacità di continuare a credere nel suo sogno nonostante l'età, gli hanno consentito di realizzare il suo sogno in grande, grazie al successo mondiale riscontrato dal suo primo libro.
Batterci sempre, fino all'ultimo giorno della nostra vita per realizzare, in un modo o nell'altro, tutto quello a cui teniamo senza farci fermare da niente e da nessuno: solo così quando, come Firmino, ci fermeremo a riflettere sulla nostra vita potremo dire a noi stessi di non averla sprecata e saremmo pronti a riviverla.

Nessun commento:

Posta un commento