Da
tanto tempo sento parlare del film "Il postino", in modo
particolare nei telegiornali quando viene ricordato l'anniversario
della morte di Massimo Troisi o l'esordio cinematografico di Maria
Grazia Cucinotta, ma non avevo mai visto questo film. In una di
queste sere, facendo zapping tra i numerosi canali del digitale
terrestre, ho visto che su Iris lo stavano trasmettendo ed era
cominciato da pochissimi minuti. Ho deciso di guardarlo.
Il
protagonista si chiama Mario Ruoppolo, interpretato da Massimo
Troisi, il quale nell'estate 1952 è disoccupato e trova un piccolo
lavoro, poco remunerato, come postino ausiliario in un'isola delle
Eolie. Il suo però è un incarico particolare, infatti ha una sola
persona alla quale consegnare la numerosissima corrispondenza che
arriva da tutto il mondo: Pablo Neruda, interpretato dall' attore
francese Philippe Noiret, il famosissimo poeta cileno che è esule,
insieme alla moglie, in un paese del sud.
Sin
da subito, grazie al suo carattere socievole ed allegro, Mario cerca
di intraprendere un'amicizia con Neruda, con poco successo
all'inizio. Riuscì a strappargli un autografo su un suo libro di
poesie, cominciò a fargli delle domande sulla poesia, come il farsi
spiegare cosa fosse una metafora, gli parlò di Beatrice, una ragazza
della quale si era innamorato, interpretata da Maria Grazia
Cucinotta, gli chiese di scrivere per lei una poesia, leggeva le sue
poesie e provava a scriverne qualcuna: tutto questo conquistò il
poeta cileno che divenne suo amico e gli fece da testimone quando
Mario, vincendo l'opposizione della zia di lei che non voleva che la
nipote sposasse quell'uomo, riusci a sposare Beatrice. Poi il poeta
partì per ritornare nel suo Paese d'origine, il Cile, ma Mario non
lo dimenticò mai; Neruda invece non lo cercò per cinque anni, cosa
che fece soffrire chi invece a lui si era affezionato in un'amicizia
che non era effimera ma importante. Purtroppo al suo ritornò nel
paese di Mario, Beatrice lo informò che Mario era morto anni prima e
che non era neanche riuscito a veder nascere il loro primo figlio. Il
film termina con Neruda da solo al mare che pensa all'amico
scomparso.
Massimo
Trosi, mentre girò questo film, era gravemente malato di cuore e
morì alla fine delle riprese. Troisi era un brillante attore
napoletano che morì giovanissimo, a poco più di 40 anni, ma per il
suo grande talento artistico ed il suo valore umano non è stato mai
dimenticato. A volte gli artisti vengono tacciati di essere avidi di
denaro o che non lavorano abbastanza e che quindi non guadagnano i
soldi che ricevono: l'esempio di Massimo Troisi è uno dei tanti che
risponde a queste accuse. Non penso che ad una persona gravemente
malata di cuore, potessero interessare in quel momento difficile
della sua vita i soldi perché già sapeva che sarebbe morto e
nonostante ciò decise di spendere gli ultimissimi giorni che gli
restavano lavorando perché amava il mestiere di attore che permette
di vivere tante vite, di emozionarsi, viaggiare, riflettere,
divertirsi e lasciare qualcosa nella vita di chi guarda un film.
Questo in modo particolare lascia allo spettatore molte cose: la
felicità di un uomo che si accontenta di poco, che tiene agli
affetti, che si emoziona e sogna con una poesia, che nonostante
sappia a stento leggere e scrivere si cimenta nella lettura delle
poesie di un grandissimo poeta e vorrebbe scriverne qualcuna,
cercando di carpire i segreti di un grande maestro della parola e
dell'amore.
Il film è del 1994 e fece da trampolino di lancio ad una giovanissima attrice messinese, Maria Grazia Cucinotta, oggi attrice dal meritato successo internazionale che, tra gli altri, ha interpretato il ruolo della Bond Girl nel film di James Bond 007.
Il film è del 1994 e fece da trampolino di lancio ad una giovanissima attrice messinese, Maria Grazia Cucinotta, oggi attrice dal meritato successo internazionale che, tra gli altri, ha interpretato il ruolo della Bond Girl nel film di James Bond 007.
Mi
sono sempre piaciuti i film che hanno per protagonisti gli scrittori
perché amo moltissimo scrivere e grazie ad essi posso sapere cosa
significa essere e come vivono gli scrittori famosi. Per quanto
concerne il processo creativo, quello è uguale per tutti: scrittori
famosissimi e scrittori sconosciuti hanno lo stesso metodo di
scrittura. Pensare, riflettere, emozionarsi, usare la fantasia,
ispirarsi alla vita, trasmettere qualcosa di importante e poi
trascrivere tutto per creare un'opera che venga dal cuore e che sia
una parte di sé: tutto questo significa scrivere, un'arte
meravigliosa che ha per protagonista quello che a tutto dà un senso
e senza la quale nulla avrebbe un significato: la parola.
Come tutti gli artisti, anche gli scrittori, vivono la vita più pienamente perché riescono a vedere e vivere anche le piccole cose e sfruttano al meglio il tempo della loro vita, ricordandosi del suo valore ogni giorno ed ogni istante. Se non facessero questo, non riuscirebbero a creare nulla perché le cose grandi nascono da quelle piccole e il tempo è il migliore amico di chi non ne butta via neanche un po', ma lo vive sempre intensamente. Tutto questo faceva anche Massimo Troisi, come si evince dal grandissimo insegnamento che lascia a chi sa che lui ha amato le peculiarità del personaggio interpretato in questo film e per il fatto che lo girò sapendo che, di lì a poco, sarebbe morto.
Come tutti gli artisti, anche gli scrittori, vivono la vita più pienamente perché riescono a vedere e vivere anche le piccole cose e sfruttano al meglio il tempo della loro vita, ricordandosi del suo valore ogni giorno ed ogni istante. Se non facessero questo, non riuscirebbero a creare nulla perché le cose grandi nascono da quelle piccole e il tempo è il migliore amico di chi non ne butta via neanche un po', ma lo vive sempre intensamente. Tutto questo faceva anche Massimo Troisi, come si evince dal grandissimo insegnamento che lascia a chi sa che lui ha amato le peculiarità del personaggio interpretato in questo film e per il fatto che lo girò sapendo che, di lì a poco, sarebbe morto.
Nessun commento:
Posta un commento